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Copertina del libro Genere Letterario Aforistico
Tra i generi letterari mai passati di moda trova sicuramente posto l’aforisma, sia quello inserito alla fine di un lungo discorso che, come in questo caso, in forma a se stante. A conclusione di un lungo procedere di tesi e antitesi, viene solitamente utilizzato per semplificare. Quando viene proposto per conto proprio, invece, serve ad impressionare, sorprendere chi legge come uno scatto fotografico, con fulminante spontaneità. Perché l’aforisma, quello autentico, non può essere plasmato con l’artificio della costruzione narrativa, semmai con tutta la naturalezza possibile. L’aforisma, pur indicando uno specifico quanto singolare modo di comunicare un concetto, una sensazione, un’emozione o, più semplicemente, uno stato d’animo transitorio, si condensa generalmente nel reale che si raffina nel surreale, fino alla sofisticazione del verosimile.
Una breve massima, una specie di ossimoro vivente, che esprime una norma di vita, talvolta una sentenza filosofica, ma mai un severo ed ostentato precetto morale, che confligerebbe col suo carattere ridotto a poche parole, ad un abaco compositivo, richiamante una rappresentazione grafica di una funzione di più variabili. L’aforisma, perciò, costituisce un’idea ricca di significati che procura nel lettore una sorpresa estetica o gnoseologica, dal momento che invade il campo della conoscenza.
Del resto si può affermare come l’utilizzo dell’aforisma abbia consentito di rompere i legami del linguaggio convenzionale e di liberare nuove energie creative, senza sottovalutare l’effetto riflessivo che esercita sul lettore.
Ciò stante, questa raccolta di 227 aforismi, più che alle sue stesse conclusioni, vuole essere per il lettore uno stimolo alla riflessione. Dopo tutto “l’aforisma non coincide mai con la verità ossia o è una mezza verità o una verità e mezza per cui non deve necessariamente essere vero, ma deve superare la verità (Karl Krauss).
In definitiva, per l’autore “La mezza verità è in ciò che si dice e non si dice, e nella stessa varietà di interpretazioni”.
Giuseppe Cicero
Una breve massima, una specie di ossimoro vivente, che esprime una norma di vita, talvolta una sentenza filosofica, ma mai un severo ed ostentato precetto morale, che confligerebbe col suo carattere ridotto a poche parole, ad un abaco compositivo, richiamante una rappresentazione grafica di una funzione di più variabili. L’aforisma, perciò, costituisce un’idea ricca di significati che procura nel lettore una sorpresa estetica o gnoseologica, dal momento che invade il campo della conoscenza.
Del resto si può affermare come l’utilizzo dell’aforisma abbia consentito di rompere i legami del linguaggio convenzionale e di liberare nuove energie creative, senza sottovalutare l’effetto riflessivo che esercita sul lettore.
Ciò stante, questa raccolta di 227 aforismi, più che alle sue stesse conclusioni, vuole essere per il lettore uno stimolo alla riflessione. Dopo tutto “l’aforisma non coincide mai con la verità ossia o è una mezza verità o una verità e mezza per cui non deve necessariamente essere vero, ma deve superare la verità (Karl Krauss).
In definitiva, per l’autore “La mezza verità è in ciò che si dice e non si dice, e nella stessa varietà di interpretazioni”.
Giuseppe Cicero